Un'impronta d'acqua: il Canale dei Navicelli a Pisa
Progetto di recupero urbano
Promotore dell'intervento: Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, Comune di Pisa
Progettazione generale: Arch. Dunia Andolfi (D.L.), Arch. Marta Ciafaloni, Arch. Mauro Ciampa
Progetto preliminare (piano d'insieme e rappresentazione grafica): Arch. Massimo Gasperini
Responsabuile del procedimento: arch. Mauro Guerrazzi
Progettazione strutturale: Prof. Ing. Raffaello Bartelletti, Ing. Anna De Falco
Collaboratori: Studio Baroni & Partners
Anno di progettazione: 2003
Anno di realizzazione: 2003-04
Fotografie: Mario Ciampi
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Progetto di recupero urbano
Il Canale dei Navicelli, importante via di comunicazione tra le città di Pisa e Livorno voluta da Cosimo I dé Medici nella seconda metà del '500, costituiva, tramite l'Arno, anche il collegamento con la città di Firenze. In corrispondenza dell'accesso al fiume, appena fuori le mura di Porta a Mare, nel 1603, fu realizzata sul Canale una prima tettoia in legno e laterizio per il ricovero dei navicelli e nel 1612 una seconda tettoia, più alta e contigua, a copertura dei delicati meccanismi di sollevamento della cateratta.
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Sotto il regno dei Lorena, che proseguirono le opere di sistemazione della via navigabile, fu eretto l'edificio del Sostegno. Come parte del complesso idraulico della conca a gradino coperta, la costruzione, fatta eseguire nel 1788 dall'Ufficio dei Fiumi e Fossi su progetto di Stefano Massai, ospitava al suo interno i complessi meccanismi di movimentazione di una cateratta che, insieme a quella sul fiume, delimitava un bacino d'acqua a livello variabile, utile per consentire il collegamento tra l'Arno e il Canale.
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Nella prima metà dell'800, nell'area di pertinenza, divenuta nodo di piccoli scambi, nacquero, a supporto dell'attività commerciale, magazzini addossati alle mura, con tipologia regolare e simmetrica che riuscisse a nascondere in parte "l'orrido prospetto delle mura". La Seconda Guerra Mondiale con il bombardamento del 31 agosto 1943 provocò danni irreparabili al complesso del Sostegno.
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L'intervento proposto si fa carico dell'essenza del luogo, delle memorie storiche che il luogo conserva, del suo divenire nel corso dei secoli, per riproporle attraverso una rilettura dei percorsi e delle funzioni.
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La posizione di confine tra centro storico e periferia, la modestia degli insediamenti post-bellici, unita alle grandi potenzialità ambientali esaltate dalla presenza di importanti emergenze architettoniche, conferiscono un ruolo strategico all'area che potrebbe essere trasformata in un luogo di rilevante polarità e di grande qualità urbana.
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La depressione residua del Canale dei Navicelli con la sua profonda fessura nella quale emergono le emergenze architettoniche più rilevanti è l'elemento predominante del luogo. L'emozione suscitata dai percorsi dislocati su differenti livelli, il loro intersecarsi e incunearsi all'interno di antiche costruzioni di difesa, è una sensazione
che nella città moderna è sempre più difficile trovare. Oggi i dislivelli sono quasi tutti colmati, gli scali sul fiume non esistono più.
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Il meandro del Canale dei Navicelli costituirà quindi l'asse di congiunzione tra memoria del luogo e sentimento dell'emozione. Sentimento che non deve essere stupore suscitato dall'originalità o dalla dimensione inusitata, ma dalla varietà dell'ambiente che, seppur visibile quasi complessivamente in un solo colpo docchio da uno qualsiasi dei molti accessi, deve conservare aspetti reconditi, da scoprire soltanto dopo averlo percorso in tutti i sensi.
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Il fatto stesso che gli elementi di memoria conservati dal luogo siano così eterogenei, porta ad escludere a priori l'idea di un percorso vincolante e obbligato, una sorta di punto di partenza e di arrivo, di ingresso e di uscita.
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L'intervento progettuale deve in ogni caso tener conto delle grandi potenzialità del settore urbano di Pisa Ovest e più specificatamente dellasse nord–sud costellato da importantissime emergenze architettoniche a partire dalla Piazza del Duomo, passando per il complesso dei Vecchi Macelli (recentemente recuperato ed abibito a Museo degli strumenti per il calcolo, mediante un magistrale restauro eseguito dall'Architetto Dunia Andolfi del Comune di Pisa) allarea della Cittadella dominata dalla Torre di Sant'Agnese, dalla più recente torre Guelfa e circoscritta dal tratto di mura medievali superstiti, fino a giungere allarea dei Navicelli e alla Fortezza di Stampace.
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L'intervento di recupero del nucleo storicizzato dell'area della Tersana, nelle previsioni passate e recenti della Pubblica Amministrazione, è rivolto ad una riqualificazione dellintero comparto da attuarsi mediate puntuali e controllati interventi di restauro architettonico e archeologico dei monumenti esistenti quali le Mura urbane, la Torre di Sant'Agnese, gli Arsenali Repubblicani, gli Arsenali Medicei, l'edificio della Cittadella, e non ultimo il riordino dell'area di proprietà dello Stato riprogettata nel 1958 dall'Arch. Giovanni Michelucci ed oggi recintata, abbandonata e inutilizzata.
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La grande vocazione a polo museale dell'intero comparto urbano, una volta attuato il totale recupero delle strutture unito al riordino dei collegamenti regolati da un progetto di più ampia scala territoriale, garantirebbe la generazione di un vero e proprio polo catalizzatore delle attività culturali ed espositive in connessione al vicino complesso ospedaliero di S. Chiara, dove è in fase di attuazione un recupero funzionale secondo il Progetto dell'Architetto londinese David Chipperfild, al trasferimento della caserma Artale e relativo restauro del grande edificio sede delle Forze Armate, fino a giungere alla vicina Piazza del Duomo localizzata allestremità nord di questo percorso ideale e a chiudere a sud con la Fortezza di Stampace.
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La realizzazione di un asse verticale come quello sopra descritto costituirebbe un evento unico e irripetibile per la città. Una ulteriore esigenza dettata dalla cattiva qualità edilizia dei fronti più recenti delle abitazioni che circoscrivono l'area d'intervento è quella di filtrare alla vista parte di queste quinte al margine occidentale, non con l'intenzione di occultarle, ma anzi con la volontà di integrarle maggiormente nel disegno complessivo.
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il progetto basato prevalentemente sui seguenti principi:
1. Evitare la chiusura verso le aree limitrofe, al fine di dilatare l'ntervento e qualificarlo attraverso l'utilizzazione diretta dell'ambiente urbano circostante in particolar modo generare un asse di continuità con l'area della Tersana posta sulla riva destra dell'Arno;
2. Non creare, con la parte più profonda dell'alveo dal canale una barriera tra le diverse aree che si affacciano sulla zona di progetto;
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3. Creazione di percorsi di facile accesso e disegnati in modo tale da generare molteplici scorci visivi, proprio come succede nei vicoli della città storica;
4. Il valore simbolico legato al canale deve essere enfatizzato il più possibile. All'acqua verrà attribuito il ruolo di supporto e specchio moltiplicatore dei volumi e delle immagini;
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Progetto di recupero urbano
4. Il valore simbolico legato al canale deve essere enfatizzato il più possibile. All'acqua verrà attribuito il ruolo di supporto e specchio moltiplicatore dei volumi e delle immagini;
5. La vegetazione segnata da filari di alberi e piantumazioni sparse assume il ruolo di elementi urbani di forma riconoscibile in equilibrio con gli edifici per creare un ambiente igienico e piacevole, delimitare i contorni dell'area di intervento e migliorare il rapporto con la città.
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Il tema principale sul quale si fonda il progetto di riordino dell'area dei Navicelli consiste nella riapertura del tratto iniziale del Canale dallo sbocco sull'Arno fino al limite del tracciato della linea ferroviaria Pisa­Lucca.
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È previsto il restauro degli importanti monumenti posti ai margini dell'area come le Mura urbane e la Fortezza di Stampace unito al recupero delle strutture complementari al Canale quali i magazzini, i piccoli laboratori, le banchine, le rampe di carico e scarico delle imbarcazioni.
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Eseguite le opere di scavo con il relativo controllo delle informazioni di carattere storico tramite l'ausilio di un rilievo metrico più completo ed esaustivo possibile e, successivamente, operato il completo recupero delle strutture superstiti, da attuarsi mediante calibrati interventi di restauro architettonico e archeologico da accompagnare dalle necessarie operazioni di consolidamento strutturale, l'intervento progettuale si limita alla naturale utilizzazione di queste emergenze.
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L'evidente segno territoriale tracciato dal Canale orientato in direzione Nord Sud, oggi emergente solo nella parte che inizia dalla galleria voltata in corrispondenza della Porta a Mare fino alla seconda chiusa, suggerisce la creazione e la riutilizzazione delle molteplici percorrenze disposte parallelamente allinvaso. Tali percorsi si localizzano a quote differenziate e consentono, nella loro quasi totale interezza, l'affaccio sul canale.
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I diversi livelli altimetrici dislocati ai margini dellinvaso e generati dalle parti sommitali dei muri di contenimento suggeriscono la modellazione di camminamenti continui raggiungibili dal livello stradale da scalinate e rampe accessibili.
Verrà recuperato come percorso e come affaccio, dallo slargo prospiciente la porta medievale, il tunnel dingresso alla conca dal lato del fiume, da riscoprire completamente durante gli scavi e consolidare se necessario.
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Le strutture superstiti delle antiche fortificazioni a mare verranno riportate alla luce e, in corrispondenza della strada che passa tra la Porta a Mare e il Sostegno sull'Arno, dove non sarà possibile lasciarle in vista, saranno disegnate sulle superfici pavimentate i tracciati delle murature principali. Saranno inoltre riattivati i meccanismi di chiusura dell'imbocco del Canale localizzati nel vano del Sostegno sull'Arno.
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L'invaso sarà adibito a ricovero delle imbarcazioni che risalgono l'Arno ed ospiterà i vecchi Navicelli che oltre mezzo secolo fa, con i loro carichi poveri animavano lintera zona.
Sul tracciato dorsale dellarea, via di Porta a Mare, alla quota del livello stradale, trovano spazio un ampio marciapiede affiancato da una pista ciclabile diretto verso al Porta a Mare per collegarsi con quella esistente di Lungarno Sonnino e verso il ponte della Cittadella dove, a seguito della riduzione di una corsia carrabile, è in corso di realizzazione una corsia preferenziale.
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Il marciapiede di via di Porta a Mare, spostato al margine meridionale dell'area permette l'affaccio continuo verso l'invaso tramite ampie aree di sosta attrezzate con sedute oltre a consentire laccesso al locale della chiusa settecentesca utilizzando il ponticello esistente che scavalca il camminamento che si trova alla quota inferiore.
Questo percorso di livello intermedio, protetto dalle murature laterizie della conca, si dirige verso sud con una lieve inclinazione fino a lambire l'acqua nel suo tratto conclusivo e a fondersi con il giardinetto riprogettato posto parallelamente alle quinte edificate del tratto iniziale di via di Porta a Mare.
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Nella generalità dei casi questi percorsi sono protetti dalle murature a scarpa esistenti localizzate a sud della chiusa settecentesca, e da strutture analoghe che dovrebbero venire alla luce a seguito degli scavi di sbancamento del Canale. Numerose fotografie scattate agli inizi degli anni '20 testimoniano lesistenza di questi muri di appoggio e di attracco sviluppati fino allangolo corrispondente al Forte di Stampace.
Nei punti in cui le strutture laterizie non dovessero essere sufficienti per proteggere l'affaccio, verranno inseriti ed integrati dei parapetti in metallo di struttura esile tali da ridurre al minimo lostacolo visivo.